Il leader dell'Italia dei Valori, Antonio Di Pietro, ancora una volta ai ferri corti con il partito dei Verdi, che secondo l'ex Magistrato con le sue battaglie rappresenta a volte un freno per lo sviluppo del Paese.
"C'è qualcuno all'interno della coalizione di governo che dietro ad una parvenza di miglioramento ambientale fa ostracismo per realizzare le opere - ha tuonato questo pomeriggio il ministro delle Infrastrutture - finché ci sarò io è per costruire le opere e non per impedirle. Impedire le infrastrutture significa lavorare contro il Paese, mentre oggi bisogna lavorare per il Paese dotandolo di infrastrutture in linea con gli altri Paesi europei".
Tretto da: COMMENTA QUESTO ARTICOLo nel blog di centomovimenti.com
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Il partito politico dei Verdi sarebbe stato la quinta essenza dell’aggregato di “utili idioti” (della concorrenza) tanto caro a Togliatti. Qualsiasi paese fornitore di petrolio pagherebbe per averli operativi nei paesi clienti. Con il loro status quo strutturale le forniture di petrolio e gas, a prezzi di strozzinaggio, sono garantite.
Bloccano il paese, negando l’accesso a qualsiasi opera. Sorvoliamo poi sul nucleare!
Meglio l’eolico (anche se occorrerebbe, per dimezzare il petrolio, una superficie operativa come la provincia di Brescia) o il fotovoltaico (anche se, senza scomodare l’inapplicabilità industriale, i costi di istallazione e manutenzione richiederebbero decenni).
Produciamo immondizia a livello di qualsiasi paese occidentale, ma è vietato fare le discariche (e chi le vuole vicino?), vietato fare i termovalorizzatori, vietato tutto. Zitti, zitti, i Verdi sono riusciti a far lievitare anche il mercato della mafia della mondezza. Ci spiegassero un po’ a chi la dobbiamo dare l’immondizia. Se cosa ne dobbiamo fare. Ma senza progetti da guerre stellari.
Contrappongono a progetti fattibili una serie di programmi da beatificazione teorica, che poi non possono trovare applicazione concreta per i più svariati motivi. Dal ritardo tecnologico (spiace, ma per il fotovoltaico occorre aspettare qualche decennio, checchè ne blateri Pecoraro Scanio), alle diseconomie di scala (tra l’altro riesce persino difficile espropriare i terreni per costruire i rigassificatori, a livello locale nessuno vuole nulla che non sia un ospedale), alle inaffidabilità delle soluzioni (come l’eolico, bloccato per la troppa discontinuità in Danimarca, mica in Burundi).
Intanto l’Europa corre. E noi assumiamo un passo mediorientale. Le uniche cose che si riescono a fare (vedere in Toscana e a Genova) sono le moschee. Perché è bene comprendere la cultura dell’altro (anche se quello non rispetta la tua).